Transizione 4.0: quali novità per le cliniche nel 2023?

Il Piano Nazionale Transizione 4.0, adottato nel 2020 è la misura voluta dagli ultimi governi per indirizzare la politica industriale italiana e prevede, fra gli altri, un bonus per le attività di innovazione tecnologica.

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023, molte strutture sanitarie interessate a investire in nuove tecnologie si sono chieste se quest’anno sarà ancora possibile beneficiare delle agevolazioni previste dal piano.

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Con la nuova legge, di fatto, le misure per implementare la digitalizzazione all'interno della propria struttura hanno subito numerose modifiche. In questo articolo avremo modo di approfondire insieme cosa è cambiato e quali misure previste dal Piano Nazionale Transizione 4.0 sono ancora attive per le cliniche che vogliono migliorare il proprio servizio, rendere più efficienti i flussi e ottimizzare costi e processi grazie al digitale.

Piano Nazionale Transizione 4.0. Cosa prevede e come è cambiato rispetto al 2022.

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 sostituisce due precedenti misure - Industria 4.0 e Impresa 4.0 – e prevede l'emissione di un credito d’imposta con diverse aliquote. In poche parole, chi oggi desidera innovare la propria azienda sanitaria può beneficiare di questa agevolazione, riconosciuta secondo determinate percentuali.

Le risorse che finanziano il Piano sono state stanziate nell’ambito del PNRR: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che descrive dettagliatamente come l’Italia intende investire i fondi del programma Next Generation Eu. Fra il 2020 e il 2022, grazie a questi stanziamenti, le aziende hanno potuto acquistare a condizioni agevolate beni materiali e immateriali, investendo nella formazione 4.0 e nelle attività di ricerca e sviluppo. Da gennaio 2023, però, molte delle iniziative finanziate in precedenza non possono più beneficiare del credito d’imposta. Inoltre, l’ammontare degli stanziamenti si è ridotto e così anche le aliquote.

C’è comunque una buona notizia: cliniche, centri medici e i poliambulatori che intendono investire nelle nuove tecnologie, godendo del credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 4.0, hanno ancora l’opportunità di farlo. 

Come funziona il credito d’imposta nel 2023: aliquote e beni che possono essere acquistati con il bonus

Sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sono riportati gli stanziamenti destinati al Piano Transizione 4.0 e le attività per cui è possibile richiedere il credito d’imposta.

Attualmente, la dotazione totale annua del Piano Transizione 4.0 è di oltre 18 miliardi di euro e, come abbiamo visto, rispetto al 2022 cambiano i beni acquistabili con agevolazione. Da quest’anno non è più possibile beneficiare del credito per l’acquisto di beni materiali e immateriali tradizionali (per esempio veicoli, fabbricati e costruzioni...) e per attività di formazione 4.0., ma è ancora possibile richiedere il credito d’imposta per l’acquisto di:

  • Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati che rientrano nell’ Allegato A della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (ex Iper ammortamento). Vi rientrano, per esempio i macchinari e le macchine utensili usate nell’industria 4.0.
  • Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0, che rientrano nell’ Allegato B della stessa legge (poi integrata dall'articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205).

In questa seconda tipologia, rientrano anche gli investimenti in beni come software, sistemi, piattaforme e applicazioni e “le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing, per la quota imputabile per competenza.” 

Pertanto, i centri medici, le cliniche e i poliambulatori che stanno pensando di investire nella digitalizzazione della loro struttura, possono ancora beneficiare del credito d’imposta per l’acquisto di beni immateriali.

Come beneficiare del credito d’imposta al 20% per i beni strumentali immateriali.

Fra gli investimenti che possono essere finanziati col Piano Transizione 4.0 c’è anche l’acquisto di software gestionali sanitari che offrono nuove soluzioni tecnologiche e consentono di gestire digitalmente, ad esempio, gli appuntamenti dei pazienti, i pagamenti e anche i referti medici elettronici con più efficacia e velocità.

Tali soluzioni fanno parte dei beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati compresi nell’Allegato B e possono essere acquistati beneficiando di un credito d’imposta al 20% del costo (considerando un limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro). Leggi come funziona.

Requisiti e termini per accedere al finanziamento

Allo stato attuale delle cose, il credito d’imposta fino al 20% vale per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre del 2023 o fino al 30 giugno 2024, purché, entro il 31 dicembre di quest’anno il venditore abbia accettato l’ordine e sia stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo di acquisizione.

Se il bene ha un costo superiore a 300.000 euro è necessario rivolgersi a un ingegnere o a un perito industriale iscritti all’albo – o ancora a un ente certificatore accreditato – perché rediga una perizia tecnica. Tale documento dovrà attestare che il bene abbia le caratteristiche tecniche conformi a quelle elencate negli Allegati A o B affinché si possa fruire delle agevolazioni e che sia  interconnesso al sistema aziendale o alla rete di fornitura.

Se invece il bene ha un costo inferiore a 300.000, come nel caso della maggior parte dei software, è sufficiente che il legale presenti una semplice dichiarazione.

Salvo cambiamenti in corso durante l'anno, nel 2024 il credito d’imposta per i beni compresi nell’Allegato B verrà ridotto al 15% e nel 2025 diminuirà ulteriormente,  fino ad un 10%.

In conclusione, i centri medici che desiderano investire nelle nuove tecnologie e acquistare un software di nuova generazione beneficiando dell’agevolazione, avranno una convenienza a fruire del credito entro il 2023.


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